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Secondo rapporto del gruppo di lavoro su equità e salute nelle regioni italiane
L' Iss (Istituto Superiore di Sanità) ha pubblicato il secondo rapporto del Gruppo di Lavoro su equità e salute nelle Regioni italiane.
Dal rapporto si nota come, negli ultimi vent'anni, si sia ridotta di molto la mortalità per malattie cardiovascolari, in Italia, ma, il calo, non è stato uniforme su tutto il territorio nazionale; le regioni del sud hanno visto aumentare il divario con quelle del nord, con il risultato che, nel mezzogiorno, ci sono maggiori ricoveri (ad eccezione per quelli per ictus dopo il 2020) e tasso più alto di mortalità.
Anche il ricorso alle cure fuori regione rileva un divario tra nord e sud.
Le analisi presentate nel rapporto si basano sulle principali fonti di dati disponibili presso l'Iss, i Sistemi di sorveglianza Passi e Passi d'Argento, l'Italian Health Examination Survey del Progetto Cuore dell'Iss, le Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) del Ministero della Salute, i dati di mortalità per causa dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT).
Di seguito le principali evidenze:
- Ricoveri
Il tasso italiano di ricovero per infarto acuto del miocardio per gli uomini è sceso da 270,3 nel 2010 a 208,3 nel 2023, diminuendo di circa il 20%. Nelle donne si è passati da un tasso pari a 109,2 nel 2010 a 71,5 nel 2023 (-34%). In entrambi i sessi le Regioni del Sud presentano i tassi più alti soprattutto nell'ultimo periodo.
La popolazione del Centro Italia presentai tassi più bassi (TSI 200,20 e TSI 66,40 per uomini e donne), seguiti dalle Regioni del Nord (TSI 206,88 e TSI 68, 29), mentre considerando il Sud e Isole il tasso standardizzato è pari a 223,46 negli uomini e 78,29 nelle donne.
La Valle d'Aosta presenta il tasso standardizzato più alto sia per gli uomini sia per le donne; a seguire la Calabria e la Liguria per gli uomini, la Calabria, il Friuli-Venezia Giulia e la Sicilia per le donne (dati relati al 2023).
- Mobilità regionale
Nel report è stata analizzata la mobilità regionale per due interventi chirurgici cardiovascolari: l'intervento di bypass aortocoronarico e quello sulle valvole cardiache.
Per l'intervento di bypass aortocoronarico l'analisi della mobilità per macro-aree territoriali mostra livelli contenuti nel Nord del Paese con un trend sostanzialmente stabile su valori intorno al 6%. Le Regioni del Centro fanno registrare un andamento più variabile nel tempo con una tendenza alla crescita a partire dal 2012, il raggiungimento di un picco nell'anno 2016 e una successiva riduzione.
Nel Sud comprese le Isole sono presenti livelli di mobilità sempre più elevati rispetto al Nord.
Analizzando le singole Regioni si evidenzia una importante eterogeneità con livelli di mobilità particolarmente elevati in alcune Regioni del Sud (Molise, Calabria e Basilicata) e alcune del Nord (Liguria e Trentino-Alto Adige). La Regione Calabria presenta tassi molto più elevati rispetto alla media nazionale in tutto il periodo analizzato con un trend in diminuzione fino al 2019 (da 31,9% nel 2010 a 14,6% nel 2019) e una crescita importante iniziata nell'anno pandemico e continuata nei due anni successivi (29,5% nel 2023).
Per quanto riguarda gli interventi sulle valvole cardiache si evidenzia come le Regioni del Nord presentino livelli molto inferiori rispetto alla media nazionale in tutto il periodo analizzato, con valori tra il 9 e il 10%.
Al contrario le Regioni del Sud mostrano sempre livelli dell'indice di fuga molto più alti rispetto alla media nazionale con un picco che ha raggiunto il 27% nel 2014 e una riduzione negli anni successivi per arrivare negli anni post-pandemia a recuperare i livelli degli anni precedenti.
-Mortalità
Negli ultimi vent'anni si è osservata una progressiva riduzione della mortalità per malattie del sistema circolatorio: si è passati da un tasso standardizzato pari a 903,70 ogni 100.000 abitanti, nel 1980, ad uno pari a 266,28 nel 2021, con una riduzione del 70%, il tasso negli uomini è sceso da 1.099,90 a 316,59 e nelle donne da 783,82 a 228,65.
Analizzando l'andamento nelle ripartizioni geografiche vediamo come al Nord, per gli uomini, il tasso nel 1980 risultava più alto della media mentre, nelle donne, è sempre risultato inferiore alla media nazionale. Negli uomini del Sud i valori nel 1980 erano leggermente inferiori alla media mentre, nel 2021, risultano superiori (362,17), invece le donne del Meridione hanno sempre presentato un tasso di mortalità per malattie del sistema circolatorio superiore alla media.
*tasso standardizzato: un indicatore che elimina gli effetti della struttura demografica (in particolare, la composizione per età) su un dato tasso, permettendo un confronto equo tra diverse popolazioni o diversi periodi temporali. Viene calcolato applicando i tassi specifici di una popolazione allo standard di una popolazione di riferimento, così da determinare cosa sarebbe accaduto se quella popolazione avesse avuto la stessa struttura per età.
-Stili di vita
In riferimento ai fattori di rischio comportamentali coinvolti nell'insorgenza delle malattie cardiovascolari, i dati non mostrano miglioramenti significativi dal 2008 ad oggi.
Si nota, però, che la quota di fumatori è diminuita dal 30% al 24%.
La sedentarietà è aumenta dal 23% al 28%, con il 33% di persone in sovrappeso ed il 10% di tasso di obesità. Il consumo di frutta e verdura peggiora e restano ampi i divari geografici, a sfavore del Sud Italia, e le disuguaglianze sociali, a sfavore delle persone con maggiori difficoltà economiche e bassa istruzione.





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