I dati del sistema di sorveglianza Passi d'Argento dedicato alla popolazione over 65, con riferimento a dati raccolti nel biennio 2022-2023, mostrano che il 59% degli ultra 65enni, nel corso della vita, hanno avuto una o più diagnosi di patologie come insufficienza renale, bronchite cronica, enfisema, insufficienza respiratoria, asma bronchiale, ictus o ischemia cerebrale, diabete, infarto del miocardio, ischemia cardiaca o malattia delle coronarie, altre malattie del cuore, tumori (comprese leucemie e linfomi), malattie croniche del fegato o cirrosi.
Il 28% degli intervistati riferisce una cardiopatia, inoltre, le malattie respiratorie croniche, coinvolgono il 17% degli ultra 65enni, il diabete il 20% ed i tumori il 14%.
Le patologie cronico-degenerative rappresentano oggi le principali cause di morte, morbilità e di perdita di anni di vita in buona salute e sono spesso presenti contemporaneamente nello stesso individuo, imponendo anche un cambiamento profondo dello scenario di cura e della presa in carico dei pazienti che ne sono affetti.
La condizione di policronicità, ovvero la compresenza di due o più patologie croniche (fra quelle indagate), riguarda un over 65 su 4. Inoltre, è più frequente al crescere dell'età (riguarda il 17% delle persone 65-74enni e sale al 38% dopo gli 85 anni) e tra le persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche (41% vs 19% tra chi dichiara nessuna difficoltà) o bassa istruzione (31% vs 19%).
Non si registrano differenze per genere. La variabilità regionale della cronicità oggi non descrive un chiaro gradiente geografico, ma con un ampio range territoriale che va dal 68% al 48%.
L'influenza costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, in particolare per le possibili gravi complicanze nei soggetti a rischio, come le persone con 65 anni e più, o le persone con patologie croniche (come le malattie dell'apparato respiratorio e dell'apparato cardiovascolare, il diabete, l'insufficienza renale ed i tumori) di qualunque età. Per questo motivo il ministero della Salute raccomanda ed offre gratuitamente, a questi gruppi di persone, la vaccinazione antinfluenzale, indicando come auspicabile un obiettivo minimo di copertura vaccinale di almeno il 75% delle persone appartenenti a queste categorie e come obiettivo ottimale il 95%.
Nell'ultima campagna vaccinale, indagata dal PASSI d'Argento (2022-2023), il 65% degli ultra 65enni si è sottoposto a vaccinazione contro l'influenza e questa percentuale ha raggiunto il 76% tra gli ultra 85enni ed il 71% fra le persone con patologie croniche. Risultati che rimangono significativamente più elevati rispetto al periodo che precede la pandemia di COVID-19 che, sembra aver incentivato l'adesione alle campagne vaccinali contro l'influenza, in tutta la popolazione.
Nel periodo pre-pandemico, infatti, la copertura vaccinale non aveva mai raggiunto i livelli minimi raccomandati, ne nelle fasce di età più anziane, né fra i più fragili per patologia cronica. Sempre inferiore al 60%, la copertura vaccinale raggiunge il 69% in piena pandemia, ma scende nuovamente al 63% nel 2023.
Fra le persone affette da malattie non trasmissibili la copertura vaccinale è sempre stata più alta rispetto a quanto osservato fra le persone libere da cronicità, ma comunque lontana dall'obiettivo minimo, mentre dal 2020 sale significativamente, di circa 10 punti percentuali, rispetto alle campagne precedenti, rimanendo stabile al 73% fino al 2022, ma scendere successivamente al 70% nel 2023. In particolare: 75% tra le persone con malattie respiratorie croniche, 72% tra persone con problemi cerebro e cardiovascolari, 72% con insufficienza renale e tra i diabetici, 73% tra persone con malattie croniche del fegato.
Anche tra le persone libere da cronicità è aumentata l'adesione alla campagna vaccinale: se prima della pandemia meno del 50% degli ultra 65enni liberi da cronicità si vaccinava contro l'influenza, durante la pandemia il ricorso alla vaccinazione contro influenza sale al 63% nel 2021, per poi tornare a valori più bassi nel 2023, pari al 55%.
Il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale tra le persone adulte comprese nella fascia 18-64 anni, invece, non è frequente ed è andato riducendosi negli anni fino a scendere al 6,6% nella campagna vaccinale del 2015-2016; successivamente però l'adesione è andata aumentando raggiungendo il valore massimo del 15% nel 2020-2021, in piena pandemia di COVID-19, per poi diminuire nuovamente con le campagne successive del 2021-2022 e del 2022-2023 e attestarsi al 13%.
Anche tra le persone affette da patologie croniche il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale resta molto lontana dall'atteso e, nella campagna vaccinale 2022-2023, solo il 28% di coloro che riferiscono una diagnosi di patologia cronica si è vaccinato contro l'influenza.
Tra le persone con patologie croniche la copertura vaccinale è maggiore fra i diabetici (38%).
Anche i dati per area geografica sembrano suggerire un impatto della pandemia di COVID-19: nel periodo pre-pandemico il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale era mediamente più frequente nel Centro e nel Sud-isole e meno frequente nel Nord del Paese. Negli anni della pandemia il ricorso alla vaccinazione aumenta ovunque, ma il gradiente geografico si inverte e, nel biennio 2022-2023, la copertura torna a cambiare aspetto con il Centro del Paese che presenta la copertura significativamente maggiore (70%) rispetto al Sud (64%) ed al Nord (63%) che presentano invece valori simili.